Nel Giardino arriva una nuova categoria: Ricette

Volevo spiegarvela un attimo… altrimenti suonerebbe terribilmente fuori luogo… -ma in fondo lasciatemi anche aggiungere che per me nulla è fuori luogo, quando tutto è unito dalla condivisione di qualsiasi tipo di emozione, tramite le parole-.

Quando vivevo a Parigi, mia madre aprì un ristorantino nel centro. “Primo Amore” si chiamava. Stava a Rue du Roule, nel 1er arrondissement. Io avrò avuto otto/nove anni quando lo aprì. Passavo la maggior parte del mio tempo a desiderare l’attenzione di mia madre, mentre disegnavo, ma lei si occupava di tutto lì dentro. Era sempre stanca e l’unica cosa che potevo fare era aiutarla. Mi sentivo sola, ma anche piena di energie, e quindi supplicavo mia madre di farmi “lavorare con lei”. Era il miglior modo per stare con lei: aiutarla e dimostrargli che avevo già capito una marea di cose, nonostante fossi uno scricciolo pieno di lentiggini. Per qualche anno ho passato il tempo, prima e dopo scuola, ad osservarla, aiutarla quando potevo e me lo consentiva, e a disegnare.

Ero insopportabile all’epoca, e terribilmente confusa. Avevo nove anni e non ero per niente convinta che il mondo stava andando per il verso giusto. La persona che mi piaceva di più era Jaber, un artista analfabeta originario del Magreb che viveva in uno sgabuzzino tra la nostra casa, che stava al primo piano, sopra al ristorante, e l’appartamento del secondo piano. Io gli regalavo i miei disegni, e lui in cambio mi regalava i suoi quadri. Mi piaceva il suo sorriso, era simile ad un bambino. Era più “bambino” lui dei miei compagni di scuola figli di ricchi uomini di affari e medici che già avevano scritto in fronte il loro destini di potenziali ricchi senza frontiere nel mondo. Mi guardava e mi diceva che ero speciale, perché ero artista anche io, secondo lui. Era l’unico, e forse chissà, è ancora l’unico a vedermi “artista”. Neppure io mi ci vedo!

Insomma gli anni sono passati… e cucino sempre. Cucinare è necessario, no? Forse per molti la poesia non lo è, le parole non lo sono, eppure avranno fame anche loro?
allora ho deciso di aprire anche una categoria culinaria, dove vi posso raccontare quello che cucino. Da ragazzina ridevo sempre quando mi si raccontava quel che diceva la mia bisnonna : “L’amore di un uomo passa per il suo stomaco”… saggezza popolare. Avendo accanto a me una persona che amo molto e che mi ama molto… io cucino con amore e lui fa la cavia con amore. Soprannominerò le persone che avranno assaggiato ai miei test… per ora il tester più acclamato è appunto l’uomo che amo… che diventa  per voi lo Scienziato Pazzo.

Va beh… Buona nuova categoria! e per chi seguirà la mia follia: buon appetito!

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